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Cocaina e crack continuano a essere le droghe più diffuse tra i giovani, seguite da sostanze sintetiche, cannabis e alcol. A confermarlo sono i numeri dell’associazione “Il Ponte”, storica realtà nata a Civitavecchia nel 1978 e oggi punto di riferimento nazionale nella cura delle dipendenze tra adolescenti e giovani adulti. Dall’inizio del 2024 sono circa novanta i ragazzi tra i 14 e i 24 anni inseriti nei percorsi terapeutici residenziali della onlus.
Oltre la metà proviene da fuori regione e nessuno è di Civitavecchia. La maggior parte di loro riesce a completare i sei mesi di accoglienza nella struttura di via Amba Aradam, per poi proseguire per un anno e mezzo nella comunità di via Veneto, spazio dove sono accolte anche madri con figli minori al seguito. C’è poi anche un terzo presidio della onlus: “la Formica” di via Isonzo che ospita il Centro Famiglie Adolescenti, l’Ostello per la Gioventù ed il punto di ascolto per chi soffre di dipendenze dal gioco e dei suoi familiari (0766.036572). Tornando ai ragazzi “residenti” seguiti da “Il Ponte”, tutti arrivano da situazioni di poliassunzione, ovvero dall’uso combinato di più sostanze, e presentano spesso problematiche complesse: il 40% ha vissuto esperienze di ansia, depressione o disturbi alimentari, mentre il 35% ha già precedenti con la giustizia. Nella maggior parte dei casi si tratta di maschi, per il 75%, inviati dai servizi delle ASL di tutta Italia, come i SerD o le strutture per la salute mentale in età evolutiva. Il percorso riabilitativo messo in campo da “Il Ponte” è articolato e coinvolge anche le famiglie. Sport, attività educative, incontri individuali e di gruppo con psicologi ed educatori sono parte integrante del programma, scandito da regole precise che mirano alla ricostruzione personale e relazionale degli ospiti. Tre quelle principali: niente droga, ovviamente, niente violenza e niente sesso. Si tratta di un processo lungo e impegnativo, ma i dati parlano di risultati positivi: il 40% dei giovani completa con successo il percorso e torna a una vita autonoma e lontana dalla dipendenza. Oltre alle attività residenziali, l’associazione gestisce anche il progetto “Colibrì”, con il quale segue 25 ragazzi direttamente all’interno del nucleo familiare. In parallelo, è attivo un servizio di ascolto in tutte le scuole di Civitavecchia, dove negli ultimi anni si registra un crescente afflusso di studenti e famiglie. C’è poi il “Centro Famiglie Adolescenti”, gratuito e molto richiesto, preso d’assalto e ormai oggetto di liste d’attesa. L’impegno dell’associazione si estende dunque oltre il recupero dalle dipendenze: si lavora anche su fragilità emotive e sociali come la dispersione scolastica, l’elaborazione dei lutti familiari e l’isolamento relazionale. Segnali di una fragilità giovanile sempre più diffusa, a cui “Il Ponte” cerca di rispondere.